Descrizione
Siamo concittadini dei santi e famigliari di Dio, come scrive san Paolo. Dio solo è santo, certamente ma partecipa ai suoi figli la santità: siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo (Lv 19,2). Nelle prime comunità i cristiani, fra di loro, si chiamavano i santi (Rm 1,7) perché partecipavano alla santità di Dio in Gesù. Poi, lungo la storia, le comunità hanno iniziato a pregare i fratelli e le sorelle che avevano dato la vita per Cristo, per chiedere loro forza e costanza. Da qui ad elaborare una sorta di protocollo per stabilire i modelli da seguire il passo è stato semplice. In questa nuova sezione del nostro cammino proveremo a conoscere la vita di questi fratelli e sorelle che ufficialmente sono proposti come modelli di vita e maestri nella fede e ad attualizzarne il messaggio, senza cadere in esagerazioni e sdolcinature. Non persone senza peccato e infallibili ma credenti credibili. Iniziamo da due giganti nella fede: Francesco poverello, spesso ridotto a icona ecologista e pauperista, e Camillo de Lellis, soldato di ventura, malato di sifilide, giocatore incallito, che diventerà il fondatore di un imponente ordine ospedaliero, inventando, di fatto, la professione dell’infermiere. Due santi complessi, lontani dai “santini”, a stretto contatto con la sofferenza (dell’anima e del corpo) che hanno ancora molto da dire.
È un corso sui Santi